giovedì 17 giugno 2010

Corri a casa che Sandy ti aspetta.

Eccoci...postiamo un nuovo racconto, basta yogurt, il contest è terminato e così ora il condominio ha deciso di ritornare alla sua vena di libertà creativa...spero gradiate.



Corri a casa che Sandy ti aspetta.

"L'unica frontiera che ci rimane è il mondo dell'intangibile. Tutto il resto è cucito troppo stretto". Ingabbiato da troppe leggi. Per intangibile la Mamma intendeva Internet, i film, la musica, le storie, l'arte, le voci che corrono, i programmi per computer, tutto ciò che non è reale. Le realtà virtuali. Le simulazioni. La cultura. L'irreale è più potente del reale. Perché la realtà non arriva mai al grado di perfezione cui può spingersi l'immaginazione." (C. Pahalaniuk)

"Corri a casa, Sandy ti aspetta. Dai su, cerca di correre più veloce. "
Fissa il panorama che se ne và a 50Km/h, attraverso i vetri di quel sarcofago arancione, J. sguardo di plastica.
Poteva anche chiamarsi Debby o Angie, ma oggi no, oggi era sicuramente, senza nessun dubbio ed indecisione Sandy.
Sandy ha la carnagione rosea e liscia, come un maialino, ha degli occhi profondi e impenetrabili e le labbra rosse e carnose.
I suoi capelli sono color del fieno, sempre acconciati alla stessa maniera, sempre della stessa lunghezza, un rigoroso ordine che stona con il caos della sua stanza.
Non ha nessuna imperfezione, non parla mai a sproposito, non lo sveglia mentre dorme, non gli manda sms, né tanto meno compone il suo numero per telefonargli, né a casa, né in ufficio.
Niente.
Non prosciuga la sua Mastercard in shopping selvaggio, non gli chiede regali, non pretende che si ricordi la sua data di nascita, non lo rimprovera se passa con le scarpe infangate sul pavimento pulito.
Però….però quando la vuole...lei c'è.
A suo modo, bé, diciamolo pure... lui l'ama.
Lei rimane sempre estasiata vicino a J. ad ascoltare i suoi vaneggiamenti filosofici, senza interrompere o ribattere, pende dalle sue labbra e lui dipendo dalle sue.

E’ una strana storia questa, è la storia di J. e del suo amore per le donne.
La storia di J., l’uomo della fabbrica di plastica, quell’omone che potrebbe girare con la Ferrari, ma si accalca nelle metro affollate all’ora di punta, J. dalla stazza imponente e i pantaloni stirati con la piega, J. con le scarpe vecchie, J. che si rade e si spalma strati di crema da 100 dollari a flacone ogni 3 ore nella sua toilette personale da dirigente, perché la vecchiaia lo spaventa e lo turba.
Indirettamente è anche la storia di Sandy, la sua fredda e bollente passione.

Ricomponetevi e mettetevi scomodi.

J. oggi si sente diverso dal solito è molto impaziente e continua, come se avesse un tic, a rivolgere il suo sguardo verso le lancette, il tempo sembra non trascorrere mai, il viaggio? Troppo lungo.
Pensa a cosa le avrebbe detto, al come, alla scelta del momento giusto, perché….gliene deve parlare, non vuole più tenersi dentro quel sentimento …sente una strana ansia invadergli lo stomaco, sfarfallio, possiamo anche nominarlo.
Si torce le dita sudaticce e pallide, sente scarseggiare l’ossigeno, come se qualche cosa impedisse al gas vitale di raggiungere gli alveoli e deliziarli, che sia questo sentimento?
Una fermata, un’altra, un’altra ancora, un conto alla rovescia….
Avrebbe poi dovuto fare qualche cosa di speciale J., non può certo limitarsi ad un semplice discorsetto.
Si sente paonazzo all’idea di questa nuova svolta, già ha la salivazione azzerata, disagi iosciaminici, gli occhi sono lucidi per l’emozione, il suo cuore pompa troppo sangue in troppo poco tempo e in vasi sono incrostati dal colesterolo dei suoi pranzi made in fast food, rischio infarto 70%.

“Respira con il naso. Espira dalla bocca. Respira con il naso. Espira dalla bocca”.
Cerca di calmarsi seguendo le linee guida delle lezioni prova di yoga che aveva frequentato, ma
la sua concentrazione si trova a livello ombelicale di Sandy e ciò non lo aiuta a compiere con il dovuto rigore gli esercizi: ad ogni inspira-espira lembi di Sandy gli entrano nelle narici.
Ad un tratto una piccola fiamma rosso fuoco si accende in lui, non è una vampata di passione, ma una sorta di banale romanticismo.
Probabilmente stralci di trame e commedie hanno penetrato così intensamente il suo subconscio da renderlo quasi certo si tratti di una sua aspirazione, ora si stanno ribellando ed emergono allo stato conscio, sono scultori con la creta che plasmano gelatinosamente le sue azioni.
Quindi eccolo, impettito e finalmente con il sorriso
“Un mazzo di rose rosse”
“Quante ne vuole signore?”
Riflette un po’, non ha idea di quante rose debba contenere un mazzo.
Vedendo J. in difficoltà il fioraio gli propone un mazzo di un centinaio di rose perché sicuramente così….la sua signora avrebbe apprezzato.
J. e il suo animo allocco abboccano senza il benché minimo dubbio che questa sia un esagerazione, il denaro non è un problema ed in fondo…bé…non ha mai regalato nulla a Sandy.
Passa anche in gioielleria, perché ogni richiesta che si rispetti, necessita di essere suggellata da un brillante indorato e lascio a voi immaginare, visto cosa poco fa è accaduto dal fioraio, quello che può essere avvenuto dall’orefice.
In ogni caso riesce ad uscirne e finalmente é diretto da lei.
“Corri a casa, Sandy ti aspetta”.
Affretta il passo, ansima, si asciugando il sudore dalla madida fronte con il suo fazzoletto bianco iniziali a lato ricamate da sarte sapienti.
Era abbastanza goffo ed impacciato con quel grosso mazzo di rose in mano, il calore del sole le stava afflosciando un po’.
Le presenze femminili che gli passano accanto invidiano Sandy, senza conoscerla, pensano a quanto sia dolce quell’uomo, con quel enorme mazzo di rose, e immaginano che reazione avrebbero avuto loro al posto di lei…certe fortune capitano sempre agli altri si dice no?
Ci siamo, ora è davanti all’uscio, mette le chiavi nella toppa e gira in senso antiorario. La porta si apre.
“Sono tornato Sandy”
Nessuna risposta, come al solito.
Posa le chiavi sul mobile e decide, con un estro che non gli appartiene affatto, di fare qualche cosa di veramente speciale.
Prende una serie di candele dalla dispensa, quelle della scorta “se per caso venisse un black out”, sale al piano superiore e le posiziona meticoloso in svariati punti della camera da letto…..accendendole amorevolmente una ad una, quindi abbassa le persiane per creare un’atmosfera…intima?
Poi torna di sotto, prende le rose e risale ai piani alti. Ne estrae alcune dal mazzo e cosparge con i petali le lenzuola di seta nere, quindi posa alcuni fiori qua e là per la stanza, un po’ come fossero candele, ma sta volta, senza accenderle.
Quasi tutto è pronto.
Il brillante batte nel pacchetto posizionato a livello del suo cuore, tasca interna.
Ha un gran mal di testa ora, quello della tensione…..se dice di no?

Non può attendere oltre.

Bussa alla porta accanto, Sandy non risponde, ma è normale che sia così, quindi spinge la maniglia verso il basso e apre la porta, entrando con un sorriso da beone.
Paonazzo come non mai la prende per mano e la porta nella sua stanza, lei sembra stupita, ha sempre un certo stupore dipinto sul volto.
La prende in braccio e la posa delicatamente sul letto.
Le si accosta e le passa una mano tra i biondi capelli sorridendogli imbarazzato e inizia…
“Beh…ecco…io..insomma….ti volevo fare una sorpresa e….vorrei chiederti” la voce gli muore in gola e rantola un po’, ma continua “ vorrei dirti che per me tu sei una donna speciale Sandy e mi sono innamorato follemente di te, per questo ti chiedo….” così dicendo si fruga nella taschina ed estrae il pacchetto “vuoi diventare mia moglie?”
Sandy esterefatta.
Sandy immobile.
Sandy ha un anello al dito, ma rimane in silenzio.
J. bacia Sandy e lei pare a suo modo ricambiare.
J. slaccia la camicetta a Sandy, con le sue dita tozze e impazienti, sentendo il suo profumo da bubble gum che gli pervade le narici lo annusa fino a che la sua capienza polmonare glielo permette.
Tutto è tremendamente perfetto. Perfetto.
La passione cresce esponenzialmente seguendo la lancetta dei secondi.
Un impeto che non si arresta.
J. è immerso nel corpo da favola di Sandy, è catapultato nel suo universo segreto.
Fanno l'amore Sandy e J. Nell'arancione che riempie la stanza satura dell'essenza di rose e dell'odore dei loro corpi.
Rimangono poi distesi sui petali ormai avvizziti, J. è stanco, ma sereno...oserei dire troppo.
Sandy sempre senza parole a riempirle la bocca.
Lui le sussurra all'orecchio dolci frasi, poi si alza e la prende nuovamente per mano:
è nuda e splendida, morbida e profumata.
Il trillo del suo cellulare lo distrae, distrazioni che si possono purtroppo spesso definire fatali.
Risponde e così facendo lascia la mano di Sandy..
Sandy scivola.
Sandy cade.
Sandy cade sulle rose.
Le spine le graffiano la schiena.
J. non riesce a credere a ciò che vede, là voce dall'altra parte della cornetta perde ogni valore, non comprende più neppure il significato delle parole, con occhi salati vede lacerarsi il suo sogno d'amore.
Il futuro può essere terribile ancora prima di giungere in alcuni casi...questo è uno di quelli.
J. accasciato.
J. chiama Sandy vedendola avvizirsi e perdere la sua tridimensionalità.
Lei rimane con la sua espressione di stupore sul viso, sempre silente.
“Sandy, amore mio....” singhiozza J.
Il suo sogno d'amore distrutto per una spina capricciosa, “non ti dovevo regalare nulla, eri felice lo stesso....”.
Si spegne il sole su Las Vegas.
Si spegne il sole su un amore di plastica.
Si spegne il sole sulla sua bambola.



Massacrateci pure please...................

16 commenti:

  1. bo....l'unica cosa k mi viene da dire è...waw....non credo di aver capito fino in fondo il significato di questo racconto, non so nemmeno se ne ha uno...xò mi ha colpito...non so dirti bene perche...ma mi ha colpito....

    RispondiElimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Ahahahhaah! Proprio bello, particolare direi. Anche se di tizi che si divertono così ce ne sono. Uhhhh quanti! :)

    RispondiElimina
  4. cavolo se sono belli i vostri racconti!! si legge che è un piacere. e il significato recondito? ora mi avete dato da meditare...

    RispondiElimina
  5. A me è piaciuto molto perchè tanti anni fa, da bambina, vidi un film in cui un manichino prendeva vita durante il giorno e di notte tornava un semplice manichino, da vertrina x negozi femminili.
    Ero davvero molto piccola e non ricordo bene tutto comunque è andata a finire che questo manichino-ragazza viene per sbaglio caricato da una ditta di smaltimento, per essere eliminato e demolito insieme a molti altri.
    Il ragazzo che si era innamorato di lei fa delle cose incredibili per recuperala prima che venga distrutta e c'è una scena triste in cui lui vede tutti questi manichini e cerca di riconoscerla ma sono tutti identici smontati e buttati qua e là... non mi ricordo, però, come va a finire.
    Comunque tutta questa tiritera per dire che il vostro racconto è inequivocabilmente il mio genere. Che bello quando si scopre che qualcuno non è davvero un essere umano...

    Credo che sia quello più bello, per tanti piccoli particolari e per il colpo di scena. Non so se l'ho interpretato bene, comunque penso questo...
    Vabè in ogni caso questo racconto si vede che è proprio vostro, senza filtri, libero!
    un abbraccio fortissimo!!!
    Ali*

    RispondiElimina
  6. Hey Alice, ho scritto un nuovo post ed ho anche modificato il blog, se ti va leggilo e fai i sondaggi, mi servirebbe un'aiutino---> se ti va di darmelo leggi il nuovo post, grazieee :)
    by kiky

    RispondiElimina
  7. Massacrarti??... E poi come faccio a leggere di nuovo una cosa come questa?...
    Altroché se il ritorno è gradito...!!! Ritorna più spesso in questa maniera!

    RispondiElimina
  8. che bello!
    mi è piaciuto veramente tantissimo!
    complimenti!
    un abbraccio e spero tu stia bene

    RispondiElimina
  9. Ancora complimenti e una piccola nota: lì alla Muller capiscono ben poco ;)
    A buon intenditor...
    Un abbraccio e pensa a concorsi più seri!

    RispondiElimina
  10. Grazie...Scusa anche tu per il ritardo,anch'io ho un sacco di cose da fare,pensa che ieri stavo per rinunciare a dare un esame perchè mi sembrava di non ricordare niene!!
    Menomale che mi hanno convinta e ho preso 30(ma è stato facile,perchè veramente non la sapevp bene)...E mi sono un pò arrampicata sugli specchi...Alle lumache riesce facile!!
    Buona giornata!:)

    RispondiElimina
  11. Io sinceramente non ho letto, non so perchè, forse per noia ma anche per un pò di terrore, quella foto alla fine non mi ha trasmesso una bella sensazione...scusami.
    E grazie comunque di tutto:)

    RispondiElimina
  12. Il Tuo Mondo è Sempre Così Evocativo, Pastoso e Terreno...
    Ti Leggo, Rapita.

    Ti Carezzo Mia Meraviglia.

    RispondiElimina
  13. Le pause al momento giusto, i termini, il modo in cui ci coinvolgi.....Siete delle grandi! Non vedo l'ora di leggervi ancora!
    Un abbraccio!

    RispondiElimina
  14. ehi.. non preoccupatevi per il ritardo!
    e non ringraziate.. è un piacere passare a leggervi..
    come ho scritto nel blog, prendo una pausa anche io..
    spero stiate bene

    RispondiElimina
  15. Ciao Alice! grazie x i consigli :D :D :D te ne sono grata! Ti faccio una domanda che credo di averti già fatto...ma comunque, Dove andrai in vacanza? :) Baci kiky:D :D

    RispondiElimina