sabato 23 gennaio 2010

nOstalgia________


Una casa con intonaci sgretolati,
neri aloni di muffe agli angoli delle pareti,
lassù,
guarda bene,
in alto.
In quei luoghi, vite e vicende più o meno umane si sono susseguite.
Trovo degli stracci bianchi e costruisco un abito elegante.
Lo disegno e modello in maniera che possa essere ampio e sfarzoso, sì certo, sfarzosi stracci demodè, senza etichette nè firme.
E' necessario indossare vesti eleganti nell'affrontare i disarmonici paesaggi dell'abbandono.
Mi metto pure dei guanti lunghi fin sopra l'avambraccio.
Neri e lucidi, lucidi di pulviscolo.
Quelli che si indossavano ai balli importanti,
quelli che un tempo solo l'antica nobiltà usava idossare.
Le tende un tempo bianche, sbiadite dal tempo,
dalla luce del sole e della luna,
opache per la polvere che le rende pesanti,
mangiate dall'umidità, troppi temporali hanno dovuto asciugare,
i vetri sono spezzati.
Il parquet è rialzato all'interno,
collinare, non più liscio e ogni passo lento genera suoni,
le armonie della logorazione.

Non abita nessun essere pensante, se così si può ancora definire la razza umana,
solo sorci, dalle lunghe code, intimoriti dagli odori del mio umano corpo,
squittii lontani, forse al piano superiore, ma le tracce qua e là dei loro escrementi, ne tradiscono comunqe la presenza.
Potrò forse essere la loro cena, seguiranno voraci i miei passi all'interno di quel regno,
dove ormai sono i sovrani.

Il giardino,
una giungla selvaggia e incolta.
Il vento ha seminato i pollini, le api hanno permesso che il verde selvaggio iniziasse a divorare piano piano quel flebile ricordo di vita.
Fioriscono ancora delle rose bianche,
che non hanno nessun tipo di aroma,
alle mie papille olfattive bruciate dall'aria velenosa.
Mi fanno scendere una lacrima, che piano piano scivola fino alle labbra,
dove dovrebbe generare una sensazione di salato che ormai non riesco più a percepire.
Una lacrima,
rossa vermiglia,
quella che esce dall' indice, teso impertinente nel tentativo di spezzare lo stelo a quel fiore.
Si è difeso e mi ha punto.
Difende con le spine la sua fragilità.
Punita,
indotta a riflettere, certo...avrei spezzato quella vita vegetale solo per un vanesio desiderio di possedere un bianco bocciolo, che presto avrei abbandonato, ai lati del suolo, appena un altro effimero desiderio tipiacmente umano mi avrebbe colto.
Sotto i piedi scalzi sento il gelo delle piastrelle, un tempo lucide, ora opache, che tingono di nero i talloni, mentre piccole schegge di vetro piacevolmente penetrano nella carne ormai inerme.


Inerme....
mi siedo arresa su una vecchia poltrona.
Il camino dietro di me non arde di nessun fuoco.
Tempertatura percepita: nessuna.
Non ho sonno.
Non ho coraggio.
Non ho paura.
Non c'è più nessuno schema.
Non c'è religione, se non ciò che rimane di essa, una croce e tanti granelli che un tempo, mani nodose usavano per scanidire il tempo a suon di ave maria....
Nessuna Maria, nessun Cristo e nessun Dio hanno però potuto salvare l'uomo dalla piacevole catastrofe che ha creato.
Non resta che imparare a comprendere il linguaggio animale.
Disimparare l'arte della parole,
non ci sono più orecchie ormai che possono udire quei suoni, lentamente hanno perso incisività, poi significato, fino a scomparire del tutto e ad esistere solo come ricordi sbiaditi nella memoria di mura non più salde.


_Cara Alice, una forza di cartapesta, un amarezza crescente annacqua il sangue, iniezioni di veleno_

Scusate, la tristezza, ma anche i giganti piangono.





"Che cosa cè di strano?
Non cè niente da ridere.
Allanima fa bene un po di nostalgia.
Lamore è come un ladro
che è stato derubato,
non te ne sei accorto
e adesso che ci siamo tu
già te ne vai via
e forse è per questo che
non ho ancora imparato a dirti
Tu per me sei importante
anche se non ci sei.
Ecco perché
ho ancora un sentimento dentro
che non mi fa morire ma
neanche vivere.
Ecco, ecco perché. ".......(il Teatro degli orrori)

19 commenti:

  1. Ehilà :) Ma posso aggiungerti direttamente a quell'indirizzo?

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  2. Mandata l'email.
    è giusto che anche i giganti siano tristi.

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  3. -Vista-
    E' necessario indossare vesti eleganti nell'affrontare i disarmonici paesaggi dell'abbandono.

    -Udito-
    Il parquet è rialzato all'interno,
    collinare, non più liscio e ogni passo lento genera suoni,
    le armonie della logorazione.

    -Olfatto-
    Fioriscono ancora delle rose bianche,
    che non hanno nessun tipo di aroma,
    alle mie papille olfattive bruciate dall'aria velenosa.

    -Gusto-
    Mi fanno scendere una lacrima, che piano piano scivola fino alle labbra,
    dove dovrebbe generare una sensazione di salato che ormai non riesco più a percepire.

    -Tatto-
    Una lacrima,
    rossa vermiglia,
    quella che esce dall' indice, teso impertinente nel tentativo di spezzare lo stelo a quel fiore.
    Si è difeso e mi ha punto.

    Dopo aver riflettuto sui suoi 5 sensi, l'essere umano comprende di aver raggiunto il proprio limite e si getta nella vuota apatia.
    Cerca conforto nel vuoto dell'apatia, non rendedosi conto che essa è solo uno straripamento che impedisce di sentire, piuttosto che una calma piatta.

    Si rifugia nell'assenza di dei e religioni, per sfuggire al giudizio altrui.

    Si rifugia nell'assenza di tempo, per ingannare la Morte.

    Ma non può perdere ciò che non gli appartiene direttamente, dunque perde solo la coscienza di esse e diviene puro istinto, immune ai pensieri.
    Una creatura, la cui mente non ha mura, poiché non ne necessita.

    Comprendo la vostra situazione e vi sono vicino.

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  4. Io mi sento così a volte...in realtè quando torno col pensiero nelle mie stanze,parti di me che ho abbandonato...Ne ho fatti tanti di traslochi,ogni tanto è dolce lasciarsi cullare dai ricordi,ma è anche triste e amaro allo stesso tempo.

    Nel frattempo un trasloco,meno metaforico,lo devo fare davvero,ed è per questo che non sarò a Bologna,cosa che mi dispiace!

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  5. pensa ceh a volte raramente un po' per mistero un per fortuna trovi qualcuno che silenziosamente ti prende la mano e ti accompagna silenziosamente..
    si scambia pochi sguardi e conle tue lacrime ripulisce il passato..si chiama amicizia..ed è una bestia rara...la rosa della bella e la bestia..

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  6. Ciao,ora la "compagnia" non esiste più, a causa di incomprensioni,più che altro.Io ho cercato di fare qualcosa,ma è tutto inutile,Va bene così,ora.La mia cavalla inoltre ha problemi di zoppia,non si sa di preciso cosa,ho consultato veterinari e maniscalchi,ma nessuno riesce a capira cos'abbia.E' da agosto che non la cavalco.Per fortuna che c'è Eldo,il cavallo di mia sorella,qualche volta faccio un giretto in campagna con lui,da sola.E' quello nella seconda foto sulla destra.
    Buona domenica anche a te,a voi!

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  7. ciau ^_^
    è vero hai ragione non posso dire di essere obesa nel vero senso della parola, ma non riesco nemmeno a dire che sono magra..xche non mi ci vedo! :( e ho paura che non mi ci vedrò mai..anche se vorrei tanto riuscire a vedermi..uffa ç___ç
    ti ringrazio, cmq ^_^
    kiss :*

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  8. " Ecco perche'
    ho ancora un sentimento dentro
    che non mi fa morire
    ma neanche vivere."

    Nei tuoi post ritrovo sempre un pezzettino di me, ecco perche' ci sono tanto affezionata.
    La nostalgia e' disillusione e puo' condurre al malessere del corpo e della mente, ma puo' essere vissuta anche come una spinta che ci consente di non sentirci senza alcuna appartenenza, e costituisce una risposta al sentimento di pericolo incombente sulla nostra identita'.
    La nostalgia allora diventa anche consolazione e rifugio.
    Spesso si condensa intorno ad alcune immagini che si rivelano nell'esperienza come fortemente significative per la nostra dimensione dell'essere e molto consolatorie rispetto al vissuto dello spaesamento.
    Ed e' un terreno ricco che rivela molto del nostro inespresso, oltre che dei nostri bisogni e desideri.
    In questi giorni strani, dove la mia tristezza non mi impedisce di sentirmi forte, vorrei essere lì ad asciugare le tue lacrime...
    Un abbraccio di conforto al mio gigante...

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  9. I giganti certo che piangono... ma poi a fatica si rialzano sempre! un bacione grande a te e ad Alice

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  10. Circa la questione dell'eleganza, scrissi un racconto circa tre anni fa su una passante nervosa e elegante e triste e che sicuramente sarebbe stata abbandonata da lì a poco...

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  11. Ogni tanto dobbiamo fare i conti con queste sensazioni, mi sono ritrovata molto nelle tue parole, quel vuoto, quel non sentire e provare nessuna emozione...Vorresti scuoterti, aprire la testa e vedere cosa c'è dentro...Prenditi del tempo per te stessa per prenderti cura di te, stellina, la tua anima ha bisogno di ritrovare la serenità, quindi fermati un istante, svuota la mente e riempila di nuovo di emozioni...
    Ti sono vicina e ti abbraccio forte forte!

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  12. Dopo tanto passo ancora per il tuo blog.
    E le tue parole mi emozionano. Mi lasciano a bocca aperta come sempre.

    Un bacione <3

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  13. "E' necessario indossare vesti eleganti nell'affrontare i disarmonici paesaggi dell'abbandono."
    ti cito qui,nel commento al tuo stesso post.
    appena riesco rispondo bene alla tua mail.
    quel vuoto..vorrei lo potessi colmare..vorrei poterlo colmare io a me stessa ma da solo,l'uomo non è capace poi di così tanto..
    un abbraccio

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  14. "Nessuna Maria, nessun Cristo e nessun Dio hanno però potuto salvare l'uomo dalla piacevole catastrofe che ha creato", frase bellissima.

    e giovedì gli Zu suonano a milano e io li aspetto

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  15. Stavo ascoltando Il Teatro degli Orrori e vi ho pensate... Passo di qua e vedo che sono stati anche postati... ♥

    Quindi grazie! xD

    Come state? Volevo solo farvi un salutino ♥

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  16. "Un sentimento dentro che non mi fa morire ma neanche vivere"... è quello che molto spesso provo anch'io...
    E' vero, i ricordi sbiadiscono e se ne vanno... eppure, forse tutto quel che dovremo imparare a fare è costruirne di nuovo... pre poterci proiettare nel futuro senza più bisogno di rimanere ancorate al passato...

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  17. I Miei Tacchi a Spillo.
    Affondo Nei Prati Di Felicità Inesistente.
    Tengo Tra Le Dita Fila.
    Quanto Groviglio..

    Una Scrivente Che Latita Per Il Vuoto.
    Sono Immeritevole Meraviglia.
    Scusami Se Non Entro ma, I Miei Piedi Sono Sporchi. Qui è Tutto così Pulito…..

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  18. Anche quando sei triste, per colpa di quel dolore che conosciamo bene entrambe, hai sempre una parola di conforto per tutti.
    Quella forza incredibile ce l'hai anche tu, e la fai arrivare senza riserve!!!
    Un abbraccio!!!
    Dony

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  19. una parola buona, credo, non possa far male, è quella che vorrei donarti io, quella che mi fa vedere aldilà di tanto "abbandono" la luce della rinascita.
    Non dirmi che non la vedi, forse è così, ma scommetto tutto quello che ho in una partita con la regina di cuori che la senti.
    Un abbraccio

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