sabato 21 novembre 2009

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Camminando sull'acqua..con l'angoscia di sprofondare e non riemergere più...
con la paura che i polmoni si riempiano di acqua....e l'aria non arrivi più a farci aprire alla vita.


Aspiro nicotina e ingurgito caffeina, mentre inesorabile scorre il tempo.


Intrappolata in quadranti,
le lancette girano,
io le salto,
le salto,
ma mi fanno inciampare e
inesorabilmente
CADO.
Come inesorabile fluiscono il tempo,
i secondi,
i minuti,
le ore,
i giorni,
i mesi,
le stagioni,
gli anni.
Il passato è passato ed il futuro è qui
ORA
ed ora
ed ora
ed ora
ed ora
.....

Nel frattempo continuo a rimandare...
Lo farò....
ma QUANDO?
QUANDO?
QUANDO?
Quanto tempo mi rimane per disassopirmi dalla fredda immobilità?

Le sbarre delle prigioni in cui ci rinchiudiamo sono solide forse più di qualsiasi altra prigione, perchè ci conosciamo e sappiamo come ragiona la nostra mente.
Le abbiamo costruite prevedendo già quale sarebbero state le nostre vie di fuga.
Aguzzine di noi stesse.

_Un abbraccio a tutte voi e un buon sabato_

*in foto Io in my wonderworld_ autoscatto*




6 commenti:

  1. ti ringrazio moltissimo per la canzone!davvero!non l'avevo ascoltata prima che me la consigliassi tu, ho sempre avuto una certa diffidenza verso il teatro degli orrori, ma devo ammettere che mi ha fatto riflettere molto..
    mi piace quello che scrivi.
    buon weekend!
    =*

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  2. Carissime Alici, ho appena lasciato un commento per un'altra... che però mi viene voglia di dedicare anche, e anzi, PARTICOLARMENTE, a TE/VOI.. perché parla appunto del MONDO: come è fatto davvero...? DOVE sono le meraviglie? che incredibili cose INVEROSIMILI.. eppure VERE ci possiamo trovare, secondo le scoperte della scienza di oggi? qualcosa di davvero sorprendente, credici.

    http://www.youtube.com/watch?v=t9pq5QXASHg

    è un film lunghetto - sono 11 pezzi! e qualche pezzettino si poteva anche tagliare... ma nel complesso fa fare scoperte che ci riguardano davvero DA VICINO, e ci dicono che il mondo i cui viviamo, e noi stessi, siamo molto diversi da quel che pensiamo.
    .. chissà! magari ti appassionerà abbastanza per vederlo tutto.
    Ciao!!

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  3. A proposito di aguzzini, non puo' che venirmi in mente la sindrome di Stoccolma, condizione psicologica in cui si manifestano sentimenti positivi nei confronti di chi ci tiene prigioniere.
    Anche per questo e' tanto difficile uscire da quella fredda immobilita' e mettersi alla ricerca di possibili vie di fuga.
    Potrei trascrivere il tuo pensiero riguardo le sbarre delle prigioni sul mio blog, specificando che tu ne sei l'autrice?
    Andrebbe a stare sulla colonnina destra insieme a tutto cio' che reputo piu' importante.
    Ma solo se ti fa' piacere, altrimenti grazie lo stesso.
    Buon sabato!

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  4. Mi hanno molto colpito le vostre parole di questo post...
    E' vero, siamo tutte rinchiuse, ciascuna nella propria prigione: una prigione che non ha sbarre, non ha mura, non ha odore... una prigione per la nostra mente.
    Eppure si continua a rimanere rinchiuse, nonostate questo dolore che la prigionia ci procura, perchè è solo continuando a stare rinchiuse che possiamo agognare la libertà...
    E' un po' come quando ci facciamo male: perchè ce ne facciamo? Perchè è così bello quando poi smettiamo di farcene...

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  5. Quelle sbarre si possono distruggere, piano piano, per gradi, si affronta un pzo per volta e poi si mettono insieme i pezi fino a formare la libertà! Quella è vita...Questa non lo è.. E' una vita in funzione di ossessioni, di una cosa meccanica....
    Buon sabato anche a te! Mi piace la foto, molto artistica e io adoro il buio!

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  6. le sbarre solide che noi costruiamo, sono le stesse sbarre rompicapo, che è complicatissimo rompere, o piegare se volete..ci rinchiudiamo nel nostro piccolo spazio, ci accontentiamo della nostra piccola cella, talvolta per allontanarci dal mondo, o forse solo per difenderci, per lasciarlo fuori di lì...a volte non serve, siamo cmq animali sociali e ci tocca uscire ogni tanto col timore nel cuore..usciamo attraverso le sbarre se siamo abbastanza magre, se siamo abbastanza ombre, usciamo dal tombino sul pavimento, se cerchiamo una via di fuga dolorosa, che ci ricordi al ritorno cosa ci è costato tornare nel mondo...

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